Enrico Bullian: Il male che non scompare. Storia e conseguenze dell’uso dell’amianto nell’Italia contemporanea

28 aprile, Giornata mondiale delle vittime dell’amianto – ore 19.30

Presentazione della ricerca e del libro Il male che non scompare. Storia e conseguenze dell’uso dell’amianto nell’Italia contemporanea a cura dell’autore Enrico Bullian. Dialogherà con lui Sergio Zilli.

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Enrico Bullian è uno storico; si occupa dell’evoluzione della sicurezza sul lavoro e della “questione amianto”. È docente in corsi sulla sicurezza sul lavoro negli istituti secondari e ha al proprio attivo diverse pubblicazioni in materia. Amministratore locale dal 2009, è attualmente sindaco a Turriaco (GO).

Rassegna “Racconti industriali”

Amianto significa “incorruttibile” e asbesto “inestinguibile’’; entrambi questi sinonimi derivano dal greco, a dimostrazione che già nell’antichità fossero note le loro caratteristiche.
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Dall’inizio del Novecento, [l’uso dell’amianto] si diffuse nei più svariati settori produttivi, soprattutto industriali, anche se solo a partire dagli anni Cinquanta esplose in Italia e in Europa il suo impiego. Parallelamente la ricerca medica individuava via via con maggior certezza la nocività che la manipolazione dell’amianto recava all’uomo. Nonostante questo, l’uso dell’asbesto, almeno fino agli anni Sessanta, non solo non era osteggiato ma, anzi, ne venivano esaltate le caratteristiche e si “vantava” la presenza del minerale nei vari manufatti. Per esempio, le convenzioni internazionali degli armatori prevedevano le coibentazioni in amianto sulle navi, da cui l’“obbligo” del suo impiego nei cantieri.

[ENRICO BULLIAN, Il male che non scompare. Storia e conseguenze dell’uso dell’amianto nell’Italia contemporanea]